La disabilità intellettiva (ID) compromette il funzionamento cognitivo e adattivo (Schalock, R.L. et al, 2010).
La condizione clinica che può dipendere da fattori di rischio multi-causali (Vasudevan, P. et al, 2017), genetici
o acquisiti (Nemerimana, M et al, 2018: Huang, J.: Zhu, T. et al ,2016), si manifesta tipicamente in età prescolare (Petersen, M.C. et al.,1998). La disabilità intellettiva può compromettere il funzionamento cognitivo di una persona con diversi livelli di gravità (American Psychiatric Association, 2013). Le persone con ID generalmente presentano un ritardo nello sviluppo delle competenze cognitive previste nelle diverse fasi del ciclo evolutivo: le compromissioni alle quali spesso si assiste e che coinvolgono il ragionamento logico(Khan,I. et al., 2021) le capacità di problem solving, pianificazione, astrazione, giudizio e apprendimento
dall'esperienza (Schalock, R.L. et al, 2010), si traducono in termini funzionali nella perdita di indipendenza e
autonomia in uno o più contesti della vita quotidiana (Srour, M. et al, 2014; Nevala, N. et al.,2019).
Le difficoltà funzionali, i problemi motori, linguistici e sociali, influiscono in misura variabile sulla funzionalità adattiva (Brown, K.A. et al., 2020) rispetto a tre domini, identificabili come aree funzionali differenti, ma strettamente interconnesse: pratica; concettuale e sociale. L’eterogeneità dell’ID rispetto a eziologia, gravità esviluppo di competenza ha reso difficile stabilire principi universali per la pianificazione di approcci terapeutici efficaci (Waldman-Levi, A. et al, 2019) che contemplassero simultaneamente la stimolazione cognitiva e l'apprendimento funzionale.
In questi ultimi anni, lo sviluppo di nuove tecnologie (in particolare della Realtà Virtuale) ha permesso di aumentare l'efficacia di approcci integrati (Waldman-Levi, A. et al, 2019) finalizzati a potenziare l'acquisizione di autonomia della persona con disabilità intellettiva (Kagohara, D.M. et al., 2011: 2013). La realtà virtuale attraverso la costruzione di ambienti 3D che riproducono scenari ad alta validità ecologica, paragonabili ai reali contesti della vita quotidiana (Maggio, M.G. et al., 2019; Giachero, A. et al., 2020, Tieri. G. et al., 2018), può fornire un ambiente sicuro attraverso il quale gli utenti possono esercitare abilità che sarebbero inaccessibili nel mondo reale (Standen, P.J., 2005; Nabors, L. et al.. 2020). Gli scenari VR possono essere manipolati sulla base delle esigenze cliniche e delle competenze cognitive del soggetto che ne usufruisce (Standen, P.J., 2005: Nabors, L. et al., 2020) attraverso l'elaborazione di specifici contesti situazionali che richiedono coerenti competenze intersoggettive (adeguatezza comportamentale al contesto e condotta comunicativa). Inoltre. l’introduzione all’interno dei contesti virtuali di esercizi cognitivi mirati alla stimolazione di attenzione, working memory, funzioni esecutive e linguaggio consente di rinforzare l’impalcatura cognitiva che sostiene le capacità di apprendimento e il funzionamento adattivo dell'individuo
(Giachero, A. et al., 2021). Da questa prospettiva clinica, gli ambienti virtuali possono aiutare i soggetti con
ID ad acquisire le competenze necessarie ad aumentare gli spazi di autonomia migliorando la cognizione, la
pratica e le abilità sociali (Standen et al., 2005).
Grazie al corso i partecipanti saranno in grado di
• ampliare le proprie conoscenze sulla Realtà Virtuale
• approfondire i presupposti teorici sui training riabilitativi che utilizzano la realtà virtuale
• confrontarsi sul ruolo della VR nell’ambito della riabilitazione di persone con disabilità intellettiva
Contenuti tecnico-professionali (conoscenze e competenze) specifici di ciascuna professione, di ciascuna specializzazione e di ciascuna attivita' ultraspecialistica, ivi incluse le malattie rare e la medicina di genere